Molti giocatori considerano il finish come una parte del tutto ininfluente del movimento in quanto, essendo la pallina già partita, esso non può concorrere in maniera assolutamente rilevante al successo del colpo.

In realtà il momento finale dello swing non è da vedersi come un’azione isolata dal resto del movimento bensì, al contrario, come una cartina tornasole sulla qualità del gesto nel suo complesso. Un buon finish riflette infatti generalmente un buono swing e posizioni a mani troppo alte o troppo basse nella parte finale del movimento possono rivelare traiettorie della testa del bastone non corrette attraverso la zona d’impatto.

Abituarsi peraltro a fare un finish troppo corto, non completo, rattrappito, è un modo abbastanza certo per garantirsi un’azione della testa del bastone all’impatto non sviluppata alla sua massima velocità. Il mantenere il piede destro per terra può indicare inoltre un mancato trasferimento del peso verso sinistra nel downswing ed insomma, ogni singola posizione in questa parte del movimento pare rivelare qualcosa di importante su ciò che è accaduto in precedenza. Ma c’è di più: coltivare un corretto finish può influenzare a sua volta le azioni precedenti dello swing in quanto, se le mani e il bastone del giocatore sapranno di doversi trovare in una determinata posizione a gesto completato, essi svilupperanno una forma ed una corsa pertinente ancor prima che il bastone impatti la pallina.

In una corretta posizione di finish dunque il peso del giocatore dovrà gravare principalmente sul piede sinistro, con il piede destro appoggiato sulla punta. La fibbia della cintura punterà all’obiettivo, e lo sterno a sinistra di esso. Il busto, nelle versioni più moderne dello swing, si troverà perfettamente al di sopra ed in linea con la gamba sinistra, con le braccia del giocatore protese in diagonale sopra il petto e lasciando ad esso la totale e libera la visuale del colpo.

Nell’esecuzione di un buon tiro un giocatore dovrebbe mantenere la postura finale dai tre ai cinque secondi, in virtù di uno studio bio-meccanico secondo il quale, durante questo intervallo di tempo, egli riceve un bio-feedback che viene registrato dal cervello e dai muscoli che catalogano il colpo come ben riuscito velocizzando così i tempi dell’apprendimento motorio.

Infine, se anche l’occhio vuole la sua parte, vedere un golfista attendere in un’elegante postura finale il risultato del suo colpo dà giustizia all’estetica e alla tradizione di questo sport.