Sono davvero molti i fattori che concorrono a far sì che un giocatore produca uno swing più o meno potente e spero, in questa sede, di trattarli più o meno tutti.

Innanzi tutto, volenti o nolenti, dobbiamo necessariamente fare i conti con dei fattori strutturali che interessano ogni tipo di giocatore: l’età, ad esempio, è un fattore chiaramente determinante nell’analisi della potenza di un golfista. E’ dunque chiaro che giocatori ventenni saranno generalmente più potenti dei loro compagni di gioco ultrasessantenni e che, ad esempio, un adolescente sarà inevitabilmente più potente di un bambino di sei anni.

Anche il sesso concorre inoltre a creare differenze di potenza tra i giocatori, ed è questo il motivo per cui ad esempio esistono tee di partenza femminili più avanzati rispetto a quelli maschili. Ma non è tutto. Aldilà di queste prime motivazioni apparentemente scontate esistono, all’interno di due persone della stessa età e dello stesso sesso, altri motivi strutturali che possono fare la differenza: una differente e più elevata mobilità articolare, una maggior presenza di fibre bianche nei muscoli o ancora una maggior lunghezza nelle leve del corpo possono costituire fattori importanti nella capacità di generare una maggiore o minore velocità della testa del bastone. Con tutto ciò, inevitabilmente, è necessario relazionarsi e da quanto sopra non si può assolutamente prescindere.

Tuttavia non sono solo elementi strutturali a concorrere alla capacità di un golfista di tirare la sua pallina più o meno lontano: la tecnica e l’esercizio fisico sono infatti parimenti importanti per la creazione di colpi lunghi e solidi. Ogni maestro sa, infatti, che quando un giocatore presenta dei problemi di distanza la prima area d’intervento è quella relativa al sistema delle leve. Esistono per questo tre leve principali nello swing – la distanza tra lo sterno e la spalla sinistra, il braccio sinistro, ed il bastone – che vengono attivate mediante la rotazione completa delle spalle, il sollevamento delle braccia ed il caricamento dei polsi. Se avete dei problemi di distanza cercate di controllare innanzitutto il corretto funzionamento di questi primi tre parametri fondamentali: la rotazione delle vostre spalle a circa 90° nella salita, il sollevamento e l’abbassamento delle vostre braccia durante lo swing, il caricamento e la distensione dei vostri polsi. Molte azioni deboli dipendono infatti da un cattivo utilizzo del sistema delle leve e, senza ombra di dubbio, una prima fase di controllo deve passare necessariamente da qui.

Esistono poi altre due voci fondamentali da tenere in conto, ovvero: la lunghezza dell’arco dello swing e l’ampiezza dell’arco dello swing. La prima sta ad indicare la quantità di strada che percorre la testa del bastone durante il movimento mentre, la seconda, fa riferimento alla distanza delle mani dal corpo durante la produzione dello swing. Controllare dunque di completare la salita col bastone nel backswing, e di mantenere il braccio sinistro disteso, potrebbe essere utile per garantirsi di assecondare positivamente questi ulteriori due parametri.

E ancora: maggiore è la differenza tra la rotazione delle spalle e quella dei fianchi all’apice della salita (carica di torsione) maggiore è la possibilità di produrre colpi lunghi e penetranti. Infine, una legge della bio-meccanica recita che: un muscolo rilassato ha la capacità di muoversi più velocemente di un muscolo contratto.

Come detto sono veramente molti i fattori che contribuiscono alla creazione della velocità della testa del bastone tuttavia, se vi atterrete alle regole appena accennate ma fondamentali di cui sopra, ne otterrete certamente dei benefici.
Infine, ricordate che una buona preparazione fisica può collaborare ulteriormente al vostro scopo.