Per tanti anni si è parlato di un concetto fondamentale riguardo al metodo per imparare un gesto atletico e per l’utilizzo di quest’ultimo all’interno della prestazione agonistica: la memoria muscolare.
Oggi si preferisce parlare invece di apprendimento motorio, dopo aver smascherato negli ultimi dieci anni molti limiti che il concetto di memoria muscolare portava con sé.
Secondo tale concetto infatti il muscolo possiederebbe una “memoria” autonoma grazie alla quale, ripetendo un singolo gesto per centinaia o migliaia di volte, questo rimarrebbe memorizzato all’interno del muscolo stesso, e potrebbe essere utilizzato durante lo svolgimento della pratica o della gara.
Studi relativamente recenti hanno invece dimostrato che la ripetizione – base di tutte le abilità – è funzionale solo se accompagnata da un altro concetto fondamentale: quello della coscienza.
Lo sviluppo e l’assimilazione del gesto difatti dipende sì dall’esercizio del muscolo in questione, ma solo se questo è accompagnato dalla presenza mentale del giocatore che rileva i movimenti corretti e li assimila.
Voglio dunque suggerirvi qui un paio di consigli affinché voi possiate trarre il meglio dal vostro allenamento senza sprecare inutili energie.
Come detto l’utilizzo attivo del cervello è alla base di ogni apprendimento: il primo tipo di approccio che collabora all’apprendimento motorio è quello cosiddetto cinestesico: una volta ricevuta la correzione al vostro swing da parte del vostro maestro PGA ripetete più e più volte il nuovo gesto prestando la massima attenzione alle sensazioni che esso porta con sé. Cosa sentite rispetto a prima? Quanto è diverso quel dato movimento rispetto a quello che eravate invece soliti fare? Talvolta il chiudere gli occhi può accelerare il vostro processo di apprendimento.
Il secondo tipo di attitudine che voglio invece consigliarvi è quella visiva. L’imitazione è un’enorme fonte di acquisizione di gesti e comportamenti: è il modo attraverso il quale ad esempio imparano i bambini a giocare a golf i quali, totalmente ignari degli abissi della tecnica nel quale spesso sprofondano i loro genitori, sanno produrre rispetto a questi ultimi swing molto più efficaci.
Ancora un consiglio: sentire differenti parti dello swing in sequenza può essere utile, ma ancor meglio è il cercare di riprodurre lo swing nella sua interezza, magari con movimenti molto molto lenti. Infatti, più rimaniamo fedeli alla natura dello swing nella sua totalità e più ci verrà facile riprodurre il gesto corretto durante la nostra prestazione sul percorso.
Ora che sapete come trarre il meglio in termini di qualità dal vostro allenamento aggiungeteci sopra una buona quantità di pratica e diventerete dei golfisti perfetti!