All’esordio del British Open del 1932 Gene Sarazen, il grande campione di golf americano, si presentò sul tee di partenza della prima buca con un nuovo bastone nella sacca, un ferro da lui personalmente inventato e tenuto segreto a tutti gli altri giocatori durante i giri preliminari di pratica: il sand iron.
Sarazen si era reso conto infatti nel tempo della necessità di possedere nel proprio arsenale di ferri di un bastone che gli consentisse di uscire più agevolmente dalla sabbia dei bunkers. Ideò quindi un bastone dal loft molto aperto e soprattutto costituito da una flangia così larga e pesante in grado di attraversare la sabbia al di sotto della pallina senza sprofondare all’interno di essa. Sarazen vinse quell’edizione dell’Open ma, aldilà dell’importanza di quella vittoria, ciò che veramente rimase ai posteri fu l’eredità di quella sua invenzione: un bastone che superò il test del tempo e che, ancora oggi, è presente nella sacca di ogni giocatore di golf.
Il primo consiglio che voglio dunque darvi riguardo alle uscite dal bunker è quello di non utilizzare il pitch, come molti giocatori tendono invece a fare, ma di affidarvi piuttosto alle caratteristiche di un bastone appositamente progettato per affrontare la sabbia posta a difesa del green. Grazie al suo loft infatti, e soprattutto al suo bounce (l’angolo presente tra la tangente alla suola ed il terreno) il sand-wedge è in grado di far scivolare la testa del bastone attraverso la sabbia, e di provocare uno “spruzzo” della stessa che muoverà la palla in direzione della bandiera.
Anche la vostra posizione del corpo dovrà tuttavia adattarsi alle esigenze che una corretta uscita dal bunker richiede. In questo senso tutto il vostro corpo dovrà allinearsi di circa 30° a sinistra della bandiera, e la vostra faccia del bastone dovrà invece risultare aperta già in posizione di address. Il movimento di salita sarà costituito da uno swing a ¾, con una fase di attraversamento che vedrà la faccia del bastone penetrare nella sabbia circa tre-quattro centimetri prima della palla, per poi uscire dalla sabbia tre-quattro centimetri dopo di essa. Il follow-through andrà completato per evitare di veder la propria palla muoversi verso la sponda del bunker ma in maniera debole, cosicché la pallina rotoli nuovamente all’indietro rimanendo all’interno dell’ostacolo di sabbia.
Il tutto – la corretta scelta del ferro, l’allineamento, e la corretta esecuzione dello swing – dovrebbe produrre un’azione capace di far uscire la palla dal bunker con morbidezza, e di fare avvicinare la stessa in modo controllato nei pressi della bandiera.