a cura di Livio Sgarbi
Nel golf la mente può rappresentare un vero e proprio acceleratore di risultati oppure il freno peggiore che una persona possa avere.
Spesso i problemi di score dei golfisti originano proprio dai pensieri stessi del giocatore. Per esperienza, avendo fatto coaching con molti professionisti, i problemi legati ai pensieri sono di due ordini differenti:
– il primo, ha a che vedere con i pensieri negativi;
– il secondo con il sovraccarico dei pensieri.
Pensieri negativi.
Entrare in campo e iniziare a pensare che non siamo capaci, o che non ci sentiamo in forma o che abbiamo paura di cacciare la palla in out… non ci aiuta, anzi! Pensare di non farcela è il miglior veicolo proprio per non farcela. Tendenzialmente noi realizziamo quello in cui pensiamo. In campo si devono sviluppare pensieri positivi e non negativi, ancorchè siano questi allineati con quanto è appena accaduto.
Sovraccarico di pensieri.
Se c’è uno sport che dà molto da pensare durante il gioco, questo è sicuramente il golf. Quando si gioca si pensa molto, anzi troppo. Si pensa allo swing, al vento, al ferro da usare, al colpo da effettuare, allo score, alla distanza dalla buca, al colpo precedente, al bunker, al backswing, ai polsi, le spalle, la velocità, ecc. Troppa roba, il rischio è di andare in sovraccarico con l’effetto di fare andare in confusione e di perdere il controllo.
In gara bisogna limitare al minimo indispensabile l’attività della mente. Pochi pensieri, concentrati e forti, risoluti.
La Peak Performance la si raggiunge in uno stato alterato di coscienza (stato di trance ipnotica), quello che viene definito “The Flow”. Per raggiungere lo stato di “flow” bisogna annullare i pensieri e non pensare a nulla (o meglio concentrare la mente su un unico pensiero). Sentire il corpo e il colpo, e lasciare che le cose accadano, esattamente come si è allenato per ore e ore in campo pratica.