a cura di Stefano Ricchiuti
Sin dai nostri primi ed acerbi approcci con il gioco del golf, sin dai nostri primi tentativi di domarlo, questo splendido sport ha mostrato ad ognuno di noi – bravo o meno bravo – il suo carattere incostante e volubile, un temperamento forte, inflessibile e bizzarro, come quello di un cavallo di razza dalle splendide forme ma che per il suo istinto di indipendenza rimane tuttavia sordo alle lusinghe degli ammiratori o alle sferzate del frustino.
A tal proposito Butch Harmon – maestro di Tiger Woods per circa un decennio, nonché figlio del grande campione e maestro di circolo Claude Harmon – ha dichiarato che: “Affermare che il golf è difficile è come dire che il cielo è azzurro o il mondo è rotondo […] ma sapere che il golf è un gioco avaro, sleale, imprevedibile, privo di empatia, ignaro di chi sei, di che colpo hai giocato ieri e riuscire ad accettare simili verità sono due cose diverse. Troppe volte desideravo la soluzione rapida, la pozione magica che avrebbe migliorato il mio gioco entro l’ora di pranzo. Mio padre aveva poca pazienza con quelli che, come me, cercavano soluzioni facili.”
Ed è proprio da questo genere di soluzioni che ogni giocatore, ad ogni livello, dovrebbe stare alla larga, orientandosi invece verso un atteggiamento incentrato sull’umiltà, la passione e la costanza, qualità che costituiscono gli unici ingredienti realmente efficaci per un miglioramento a lungo termine.
Già nell’epico scontro di freudiana memoria tra il principio del piacere e il principio di realtà si manifestavano, allora nella natura umana come oggi nel contesto del golf, queste due forze opposte ed antagoniste. Da una parte: “Io voglio riuscire, in poco tempo e senza sforzo”, dall’altra: “I risultati richiedono impegno, ed il passaggio inevitabile attraverso una buona dose di frustrazione.”
La ricompensa per il proprio lavoro tuttavia, sarà, per i più meritevoli, una ricompensa vera e sofferta, goduta fino in fondo. E solo allora, richiamando alla memoria la celebre frase di Vince Lombardi, potremo sentire ed affermare perentoriamente che: “L’ora più bella per un uomo, la realizzazione di ciò che gli è più caro è quando, avendo dato il suo cuore per una giusta causa, egli giace esausto, sul campo di battaglia, vittorioso!”